Credo che “Identità confuse” sia la canzone più catartica fra quelle di questa raccolta, il brano che si adatta in ogni momento di turbamento; mi commuove puntualmente cantarlo nei momenti di difficoltà.
Mi sono sempre mossa con incertezza nel tentare di capire me stessa, o il mio posto nel mondo; spesso ho grande confusione circa le mie scelte di vita. Scegliere può, dopotutto, diventare un affare assai complicato quando non sai chi sei, cosa vuoi, dove stai andando.
Scrivendo il podcast di questa traccia ho avuto il piacere di soffermarmi sul ruolo che riveste l’immaginazione all’interno delle nostre scelte, una vera e propria inesauribile energia mentale che attraverso sogni e paure ci traina imperterrita come una locomotiva, fuori da un vecchio ostacolo e immediatamente di fronte a un altro, andando a costituire, paradossalmente, una delle poche certezze “materiali”, il vero strumento di cui potremo sempre servirci in ogni giorno della nostra esistenza.
E se il buio trasforma tutto in vetro,
tu immagina che basti una candela
per riempire i graffi con la cera
prima che si sgretoli la sabbia.
La sabbia che ho
negli occhi quando non so
se guardare il mare dal mio oblò
o dall’immensità di una scogliera;
punti di vista di una stessa scena
Ma io vorrei,
avere una mente libera
e andare bene anche se sono timida,
e anche se non ho un vero contorno
che somigli di striscio
ad un posto nel mondo
Questa sera io mi guardo ancora allo specchio,
vedo zampe e testa di leone, ma artigli di miele
a volte vorrei avere delle chele,
con cui tagliuzzare forte la mia mente
La mente che ho
sempre piena di troppi però,
o di ansie ripiene,
ma io mi chiedo a che pro?
Se una coccinella ha un’ombra la sera,
che è grande da far paura,
ma è tutta scena
E se cambio idea ogni volta che penso al futuro
è perché scegliere spesso ti toglie l’ombra dal muro
mi chiedi gravità, ma ho casa sulla luna
e dici che passerà, ma non amo le vie di fuga