C’è una ragione principale per cui ho pensato di porre questa traccia in chiusura al progetto, benché ne sancisca i propositi: mi piace pensare all’arte secondo una concezione di infinito, in cui non si raggiunge mai una fine, al massimo una ripartenza. Un po’ come quando si legge un libro a 16 anni, e poi lo si rilegge a 30: la materia non cambia, ma potrebbero cambiare i pensieri che quella stessa ci instilla, a dimostrazione che l’arte ha il merito di donare vita, di essere immortale, finché avrà il potere di donare pensieri nuovi.
Vorrei solamente, con questa ultima traccia, rendere onore a ciò che di più importante abbiamo: il nostro pensiero.
E’ tutta una concatenazione di idee, è tutta una magia di condivisione.
Davanti alla sponda di un lago,
a dei luoghi che mi lasciano senza fiato
mi sorge una domanda,
che in fondo non è tanto strana
Ti sei mai chiesto il perché di questo senso del bello,
se dipingiamo la natura in ogni quadro a pastello.
O il senso della meraviglia,
la prima volta dell’eco in una conchiglia;
e che senso ha il tempo,
quando tutto tace, mentre guardi l’universo.
Ti sei mai chiesto come mai il desiderio di viaggiare
è più forte della neve a Natale?
E se posso azzardare, amare conclusioni
Io nel bello vedo ovunque le stesse allusioni
Un mondo che parla di fiori e profumi,
che ti commuove così che l’aiuti
E’ la vita che ha cara solo la sua pelle,
e con i suoi trucchi ti rende guardiano delle sue stelle.
E se nei boschi all’aperto ci vai quando hai sofferto,
e il silenzio tutto attorno ti aiuta a rimettere le cose a posto
Hai mai notato che tutti, prima o poi, sogniamo l’isola deserta,
ma è un po’ come viaggiare sottocoperta;
e poi c’è chi vive su un vulcano, rischiando per sua stessa mano,
e chi in barca a vela sfida le intemperie che calano ogni sera.
Hai mai notato che pare ci sia del bello anche nel rischio,
nel mettere alla prova il nostro istinto